La raccolta delle olive, in Calabria, avviene ancora alla vecchia e tradizionale maniera. Per me è uno dei modi per fermare il tempo e pensare a lavoro che svolgevano i nostri nonni. Gli alberi più carichi non sempre hanno i frutti migliori. Solo un'occhio allenato può stabilire un giusto compromesso per la scelta della pianta da cui raccogliere le olive. I lunghi listelli servono per scuotere i rami più alti al fine di riempire la rete. Un lavoro gratificante, ma anche molto dispendioso.
La pazienza è l'arma di cui fornirsi già dalle prime ore del mattino. Il sole di ottobre, invece, timidamente ti sfiora, regalandoti una sensazione di pace. Non c'è tempo per pause, non c'è tempo per caffè. Tocca solo sbrigarsi e fare in fretta per far si che la magia dell'oro verde faccia effetto. La rete, ormai colma, emana già odore di olio. La mia mente, invece, gioca con i pensieri e i ricordi più lontani sfrecciano in testa.
Tutto intorno è silenzio. La campagna oggi regala un panorama da non perdere in questa giornata su di cui il tempo sembra essersi adagiato. Due chiacchiere con i compagni di giornata mentre in lontananza una volpe sovrasta la collina. Ancora qualche ora e questa varietà di oliva diventerà "olio extravergine" (EVO). Un olio profumato dal colore intenso ricco di clorofilla. Il tutto spremuto a freddo solo dopo 2 ore dalla raccolta e la selezione fatta alla vecchia maniera.
Solo un pensiero fisso: "I miei nonni, tanto tempo fa, in una giornata come questa, nello stesso posto dove sto io adesso, hanno faticato per raccogliere i frutti dallo stesso albero, testimone ancora di una secolare tradizione radicata come quella della raccolta delle olive".
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